QOHELET l’indipendenza di ogni cellula si esprime nel monologo, nello strusciarsi, nella traccia di una giustapposizione. Due occhi-piscine guardano, uno al di dentro l’altro al di fuori, due dimensioni, alle quali se ne aggiunge un altra, quando I due occhi si incrociano, la dimensione della poesia, dell’arte.
DANIELE gunguru ritmo logico, illogico, di ognuno, dei sogni.
La barba potere di Nabuchodonosor, mille occhi per Daniele che “guarda nella visione notturna”. Un’assonanza di ritmi e la barba cade: Nabuchodonosor vede. L’individuo si rivela grazie e in funzione dell’altro.
ISAIA lo spazio sonoro di Isaia è continuo, è uno spazio del presente, di ciò che non si distingue, che è fluttuante, in trasformazione.
Il rapporto non è più d’unità, ma dall’uno all’innumerevole.
Singolarità, alterità o moltitudine si alternano nei due corpi in scena, nel corso di una sucessione di metamorfosi che sono l’inizio di una forma sempre incompleta.
SPAZIO SONORO E SCENICO: GIULIANA DI BENARDO
COREOGRAFIA E DANZA: NURIA SALA GRAU
VOCE E TESTO: GHISLAINE DE MONTAUDOUIN
Creazione del 1999-2000
Performances Selezionate:
Da “Action Imageante” nel Giugno 1999
Al Mercado De Santa Ana, Badajoz in Spagna.
Da DIECI DUE International Research Contemporary Art
nel Circolo Culturale Bertolt Brecht, Il 19 Febbraio 2000 a Milano.